sabato 28 agosto 2010

E' allora che sento di volerti bene,
quando ricordo come eravamo e come siamo,
quando rileggo le lettere che mi scrivevi,
giovane innamorato
che immaginava la vita come un fiore.

Quando la mente si riempie di quei momenti
unici
che ci distinguevano da tutti,
ci facevano sentire diversi dal mondo.

Quando, abbracciati, parlavamo di noi.

Se penso a quello che siamo ora,
a come mi guardi e mi sfiori,
mi sembra che il tempo non sia mai passato,

e sento solo d'amarti.

2 commenti:

Folletto del Vento ha detto...

Ti, vi, auguro di non smettere mai di guardarvi come lo state facendo adesso, e, specialmente, di continuare a parlarvi, che è decisamente la cosa più importante in qualsiasi "rapporto".

p.s. non ti preoccupare, non amo la caccia, al contrario.
Il post che hai letto era la "seconda parte" del precedente ("Ferocia") ed in esso volevo spiegare che, comunque ero rimasto affascinato dal rispetto che un "cacciatore" aveva degli animali, nonostante li cacciasse (mio nonno, purtroppo, non lo faceva per sport, ma solo per poter dare da mangiare ad una famiglia numerosa. Ma erano altri tempi ed altre situazioni ....

monica ha detto...

infatti avevo letto anche quello precedente e non riuscivo a capire come potessero essere cosi opposti.
Si, una volta c'era molta piu dignità nel fare qualsiasi cosa, anche la caccia, che serviva come sostentamento e non come divertimento. mai capito perchè lo chiamano SPORT. anche mio zio va a caccia, e, per quanto gli voglia bene, non glielo riesco a perdonare.
un saluto :)