venerdì 31 dicembre 2010

A te che sei tutto.

Non so usare le parole.
Vorrei tanto guardarti negli occhi e saperti dire tutte le cose che tra di noi sono rimaste sospese in un silenzio assordante. Tutto quelle piccolezze che unendosi hanno creato il muro che ci separa ora, che non riusciamo a buttare giù.
Vorrei essere in grado di capirti, ma non solo, oltre a capirti vorrei proteggerti e farti sapere che io sono sempre qui per te, che darei la vita per salvare la tua.
Ti ho sempre visto arrivare stanco la sera, seduto a quel tavolo della cucina o sprofondato nel divano dopo giornate di lavoro pesante. Non credere che sia passato tutto inosservato. È vero, quando ero bambina queste cose non le capivo, non potevo comprendere il peso di portare sulle spalle una famiglia e una casa, mentre fuori il mondo impazzisce.
Il non voler far mancare niente. Il desiderio di vedere crescere i tuoi figli senza privazioni. Io lo so, anche se di figli non ne ho ancora. Anche se non sono ancora madre. Sono solo tua figlia. Figlia di un uomo che ha dato tutto e continua a farlo per il bene degli altri, mai per se stesso, mai al primo posto. I bisogni degli altri sono sempre più importanti. Tu sei la tipica “brava persona”, quella che al giorno di oggi non si incontra mai. Tu sei quell’uomo che mi ha insegnato che la vita può essere sacrificio, ma che ne vale la pena se il sacrificio porta serenità a chi ami.
Sei quello che con una parola poteva distruggermi o farmi toccare il cielo con un dito. Quello che volevo imitare da bambina, ma a cui crescendo non ho saputo dare il giusto merito. Mai un grazie o un ti voglio bene. Vorrei aver fatto di più, vorrei avertelo saputo dire o almeno avere la certezza che tu lo sappia che io ti amo, che non vorrei per niente al mondo un padre diverso da te, anche quando litigavamo, anche quando i silenzi si facevano pesanti e diventavano macigni, anche quando non eravamo d’accordo e io alzavo la voce mentre tu rimanevi zitto.
Anche in quei momenti io ti amavo. Vorrei poterti dire tante cose, ma so solo scriverle. Non mi hai insegnato una cosa importante, l’esternare i sentimenti.
Non voglio che le parole rimangano in gola, non voglio che sia troppo tardi per dirti che sono orgogliosa di avere un padre come te, anche con i tuoi mille difetti, che a ben guardare sono anche i miei.
Vorrei solo avere del tempo infinito da passare con te, e un giorno diventare una persona che ti renda fiero di essere padre, una persona che tu possa ammirare. Se ora sono quella che sono, se ho rispetto per il prossimo e porto dentro una certa educazione anche sentimentale, sappi con certezza che devo tutto a te e alla mamma.
Ti voglio bene

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