mercoledì 22 settembre 2010

La guerra dei Roses - Adler

Chi non ha mai sentito parlare di questa coppia?
Da poco mi è capitato tra le mani il libro, e dato che il film mi ha più volte fatto da compagnia tirandomi su il morale, ho deciso di leggere quella che avrebbe dovuto essere la storia messa su carta di una coppia sposata da 18 anni, felice e appagata di tutto quello che li circonda, compresi figli e villa.
Invece no.
Se alla base del film c’è questa ironia di fondo, a permeare il libro, invece, è uno stato di perenne malinconia.
Tra le pagine si scorge questo rapporto che va in frantumi, una vita di coppia che esplode in faccia al marito, una moglie impregnata di rancore verso quella vita che l’ha privata dei suoi studi, della sua indipendenza.
Da un giorno all’altro ecco che la coppia inizia una guerra. A quanto pare è più facile di quanto si pensi iniziarne una… basta solo tirare fuori quello che nascondiamo bene, quello che pensiamo da sempre ma che da sempre abbiamo paura di mostrare. Ne vanno di mezzo i figli, perfino gli animali domestici (che fanno una brutta fine, usati come “dispetti” da fare l’uno all’altra) e infine quello che ha dato il via alle danze: la casa.
Se prima i protagonisti lottavano per qualcosa di concreto come i mobili, il valore affettivo degli appartamenti, riducendosi ad amare più il materiale che la persona accanto a se, ecco che alla fine l’unica cosa che li intestardisce e in ultimo li uccide è l’orgoglio, dimenticandosi il motivo principale delle loro discordie iniziano a fracassare tutto, a creare trappole e trabocchetti per uccidere l’altro e distruggendo cosi l’intera dimora.
Solo in ultimo, in punto di morte, di stringono la mano, forse per non morire soli?
Perché ci si accorge sempre troppo tardi di quello che si ha perso?

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