mercoledì 20 luglio 2011

e l'inserviente destabilizzante...

“Monica stasera usciamo, ti porto fuori a cena”
“oh bene.. mi preparo allora”
Il fatto che me l’abbia detto con un sorriso a 32 denti e l’aria sorniona avrebbe dovuto far scattare in me un qualche allarme. Ma niente, io ho solo sentito “cena” e con la fame che mi ritrovavo in quel momento non mi è parso vero.
Ed eccomi qui, seduta davanti a un bigmac menù circondata da turisti tedeschi appena rientrati dal mare. Ok devo dire la verità, io odio i ristoranti e odio i piatti insipidi e inutili che ti servono e spacciano per alta cucina. Il motto è paghi tanto mangi poco.
Odio anche sedermi a un tavolo lussureggiante, vestita bene e trovarmi come vicini la famiglia flinstone in quanto a educazione. (Servitegli carne al sangue e non preoccupatevi delle posate, tanto i figli non sanno neanche cosa siano ne quelle ne i tovaglioli.)
Puntualmente quando mi ritrovo vicini del genere rientro a casa di malumore, tanto che G. si tiene a dovuta distanza cercando pretesti per uscire dalle stanze quando ci devo entrare io… chissà perché poi, mica me la prendo con lui se per tutta la sera ho visto cibo volare manco ci fosse iniziata una guerra aperta del cibo come nei film e sentito urla terrificanti provenire da esserini cosi piccoli. Mica colpa sua. Ma neanche mia però.
Perciò io detesto i ristoranti e ci vado il meno possibile. Quindi quando mi sono vista questo mega paninazzo farcito con salse e salsette e per contorno tante patatine caloriche che solo a guardarle mi son finite tutte sul sedere, ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono messa a divorare tutto. Eh no, non sono una di quelle che quando esce ordina un’insalatina e ne avanza pure.

Però.

Mentre G. si metteva in coda, una coda che faceva invidia alle giostre di Gardaland, io mi sono seduta al tavolo, trovandone uno giusto per sbaglio. Orde di tedeschi mi circondavano da tutti i lati, bambini biondissimi si rimpinzavano di tutto quello che passava il convento, manca poco si mangiavano anche il portatovaglioli, (tanto non li usano mai, ne avete mai visto uno pulirsi la bocca o le mani dopo aver mangiato?), gente a destra e a manca manco i panini li regalassero… ed ecco spuntare lui, che con paletta e scopettone cerca di raccogliere al volo tutto quello che cade dai tavoli. Mi vede. Lo vedo. Inizia a pulire proprio il mio tavolo, intanto sento una leggera litania provenire dalle sue labbra, ma dato che mi sembra di nazionalità araba penso che stia semplicemente bestemmiando nella sua lingua. Ma sembra proprio avercela con me. Mi sposto un pochino perché penso che gli do fastidio, e lui continua: mi guarda e borbotta. Mi risposto un po’ più in la, quasi quasi mi alzo ma poi dove lo trovo un altro tavolo? E poi si ferma. Mi fissa e aspetta. E io lo fisso. E aspetto.
E mi fa: “capito?” …. Oddio ce l’aveva proprio con me allora, ma capito cosa? Io mica parlo arabo (anche se a volte sarebbe meglio).

“no, scusa non ho capito niente” (ecco la, fatta la mia solita figura )

“Ti ho detto che lavoro qui da 3 giorni e mi hanno assunto con agenzia, quello che fa il turno prima di me non pulire mai niente e mi lascia sempre nella merda, ma tanto non frega niente perché ha il contratto infinito (indeterminato?) mentre io sono già stato spostato una volta perché ho risposto male alla mia caporessa (capo femmina?) e quindi non posso lamentami tanto adesso”.

“ah.” E avrei voluto aggiungere “me lo hai detto in italiano anche prima?”

“eh.”

“vabbe, cosa ci vuoi fare, di gente cosi ce n’è dappertutto…”

“ma a me non frega niente perché ho combinato un casino già nell’altro posto perché a me le femmine non mi danno ordini e il mio capo era donna, le ho detto che io prendo ordini solo da me stesso”

“mi sa che non funziona cosi il mondo del lavoro… ti ha ascoltato il tuo capo?”

“no, mi ha trasferito.”

“ah ecco.”

“ma lei non era apposto, se lavora come fa a tirare su i figli che fa?”

Giuro, anche se ne avevo una gran voglia mi sono tenuta per me tutto il dibattito che si è creato nella mia testa, giuro che non gli ho detto che le donne che vuole lui le trova al suo paese, e se non gli stiamo bene noi è meglio che si prenda il primo aereo disponibile.
Intanto con la coda dell’occhio cercavo G., il mio prode compagno che, noto con stupore, ci osserva e ride sotto i baffi intuendo quello che sta succedendo.
Beato lui che almeno si sta facendo 4 risate, io me ne sono stata li altri 20 minuti in attesa del mio paninazzo ad ascoltare l’uomo delle caverne far sfoggio di tutto il suo repertorio sulla superiorità dell’uomo nei confronti delle donne. E in più alla fine mi ha pure chiesto se volevo uscire con lui perché gli sembravo abbastanza tranquilla, cosi ha detto. Abbastanza tranquilla. Forse perché a un certo punto ho disconnesso il cervello e non gli ho più risposto?

Ma uno spasimante decente, mai??

3 commenti:

Jivri'l ha detto...

ehi!!!! hai già il ragazzo! :P un abbraccio

Kylie ha detto...

Se non sta alle nostre regole che torni pure a casa sua a lavorare solo con i maschi!
Ma guarda un po'.

Vittoria A. ha detto...

Come ti capisco! :) Quando lavoravo al pub un uomo mi voleva mettere le mani addosso perche' non avevo capito che voleva un whiskey doppio e io glielo avevo dato solo singolo! Anche lui preferiva che ci fosse un uomo a lavorare. Vabbe', tiriamoci su :) Un abbraccio :)